I Linked Open Data? Opportunità per la cultura

Se un’amministrazione locale possiede informazioni relative a monumenti storici e  strutture alberghiere situate nelle vicinanze,  e la Sovrintendenza ai Beni Culturali competente di quel territorio dispone di dati dettagliati sugli stessi monumenti con particolari riguardanti  artisti, periodi storici, quadri esposti ecc.; è del tutto evidente che combinando i diversi pacchetti informativi in rete si potrebbe facilmente offrire un servizio di turismo culturale personalizzato sulla base degli interessi specifici di ogni singolo turista.

Nello stesso modo, prendendo come esempio la celeberrima “Gioconda”,  nel caso di una ricerca on line particolare del tipo “trova dipinti che raffigurano solo donne eseguiti da artisti italiani”, se alla descrizione più prevedibile sulla Monna Lisa “come dipinto dell’artista italiano Leonardo Da Vinci” immessa dalle istituzioni culturali fosse possibile automaticamente  incrociare quella, fornita da un diverso provider di contenuti, che più semplicemente avesse etichettato l’opera come “dipinto che raffigura una donna”; la ricerca verrebbe risolta e arricchita con altra  soddisfazione rispetto ai poco semantici risultati offerti dagli attuali sistemi di ricerca.

Questo “quid in più” con il quale aggregare dati isolati rendendoli interoperabili ottenendo così un valore aggiunto dall’utilizzo dei dati stessi, c’è e si chiama “Linked Open Data”, vale a dire la possibilità del riutilizzo di dati aperti forniti da istituzioni e imprese  pubbliche e private per stabilire link tra oggetti simili o che possono essere in relazione tra loro.

L’importanza di questa innovazione per il settore cultura è stata fatta proprio dalla piattaforma Europeana – biblioteca digitale europea che riunisce contributi digitalizzati dalle  istituzioni culturali dei 27 paesi membri dell’Unione – che ha appena messo a disposizione dati aperti relativi a 2,4 milioni di oggetti digitali del patrimonio culturale europeo (libri, film, dipinti, archivi sonori, mappe, manoscritti ecc.).

L’intenzione è promuovere – attraverso il riutilizzo da parte di terzi – i  “Linked Open Data” per incentivare lo sviluppo, in ambito culturale, di applicazioni innovative soprattutto per la tecnologia mobile (smartphone, tablet pc ecc.) e più in generale per la produzione di contenuti digitali e creazione di nuovi servizi sul web, con un occhio alle startup di settore per le quali le opportunità che il riutilizzo libero dei dati culturali schiude può tradursi in una “esplosione mashup creativi” con produzione di contenuti innovativi. Intanto, lo scambio dati, alla base dell’azione di Europeana, è stato istituzionalizzato con il “Data Exchange Agreement” già sottoscritto dai principali partner culturali europei.

Pubblicato su Nòva (Il Sole24ore) 11 marzo 2012

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